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Quando l’ego prevale e chi governa non accetta critiche

Leggiamo spesso sui social critiche rivolte all’Amministrazione ad ogni livello. Alcune possono essere gratuite e ideologiche ma nella maggior parte dei casi supportate e condivise dalla maggior parte delle persone che attraverso la rete denunciano situazioni di degrado, incuria e presunta malversazione mentre c’è chi ne elogia l’operato. Una delle situazioni più inquietanti in cui può trovarsi un cittadino,  in uno civile  scambio di opinioni attraverso i social con altri cittadini  contribuenti e  chi ha ruoli di governo, è quando chi governa non accetta costruttive critiche e contrapposizioni palesemente non ideologiche rispondendo con atteggiamenti chiaramente ostili e repressivi al limite dell’abuso di potere come ad esempio l’esposto alle Forze dell’Ordine nei confronti di quello o quegli cittadini che esprimono opinioni diverse o denunciano fatti.

Ammesso e concesso che non si abbiano interessi privati non occorre essere psicologi  per capire che  una persona che non accetta le critiche può essere definita come suscettibile o “permalosa” ovvero avere  “una tendenza a reagire in modo eccessivo e negativo quando viene messa in discussione o criticate le proprie azioni, idee o comportamenti (Treccani).  Anche se discutibili aggiungiamo noi.

La permalosità e l’aggressività con il ricorso a terzi possono essere associati a una bassa autostima e ad una fragile sicurezza in se stessi, rendendo difficile per queste persone accettare il giudizio e l’opinione degli altri. “

Questo crea tensioni nelle relazioni personali anziché promuovere quell’empatia necessaria  alla comunicazione e al civile confronto. Un vero grave handicap per certi politici curabile solo con un bel bagno caldo di umiltà ogni sera prima di andare a dormire.

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