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Basta con paraculismo, supercazzole e denigrazione dell’avversario. La politica è una cosa seria
A breve andremo ancora alle urne per eleggere un nuovo Sindaco il quale a sua volta formerà la sua squadra (giunta); idem per il Parlamentino del nostro Municipio che decadrà conseguentemente.
Visto che saremo noi ad eleggerli, per dare una mano ai neocandidati, proviamo ad immaginare quali sono, a nostro giudizio, le auspicabili doti di un buon amministratore al quale noi, immortali elettori, possiamo affidare per cinque anni le nostre istanze e speranze.
L’onestà intellettuale a prescindere alla quale deve seguire un dialogo sincero, efficace, empatico e diretto con i singoli cittadini e in quelle che sono le loro espressioni organizzate attraverso gruppi di lavoro, associazioni, comitati, ecc. per rendersi credibili e autorevoli ad una variegata platea di interlocutori ed evitare ogni forma di paraculismo alla quale la politica ci ha tristemente abituati sono le prime doti.
Segue a ruota il sapersi esprimere con competenza e autorevolezza evitando giri di parole, termini pleonastici, supercazzole insomma, ma puntare dritti al contenuto, al cuore della comunicazione mettendosi sempre nei panni dei propri interlocutori in modi gentili e nobili. Assolutamente da evitare esternazioni del tipo: <Non possiamo accontentare tutti. Ci sarà sempre una percentuale di scontenti> Un buon amministratore deve saper accontentare tutti. Il modo si trova sempre.
Un buon amministratore deve essere anche in grado di trasformare ogni istanza in una civile base di partenza di una discussione sia essa espressa in un post su Facebook, su un articolo su un blog o attraverso un comunicato stampa evitando atteggiamenti repressivi e le sensazioni di palese fastidio anche verso le ragioni di un’opposizione popolare non militante fortemente critica.
Un buon amministratore deve sapere che amministrare non è mai una delega in bianco e non deve essere motivo di becera rivalsa su chi prima di lui amministrava e che può avere fatto cose buone di cui occorre tenere conto. <Adesso ci siamo noi e comandiamo noi>, <Chi c’era prima non ha fatto nulla> sono espressioni di una politica arrogante, patetica e spesso inetta.
La COLLABORAZIONE tra Istituzioni e i cittadini in un procedimento è doverosa e deve diventare una “parola d’ordine” per l’amministrazione sia all’inizio di una istruttoria dello stesso che in corso d’opera e nella sua fase finale anche se questo può comportare l’adozione di un diniego parziale o totale di una istanza.
La COLLABORAZIONE relazionale sta alla base dell’assenza di tensioni e conflitti ma questo pare siano in pochi ad averlo capito.
El Morisco
20/01/2025 at 10:08 AM
Bene, dopo questa disamina del buon amministratore dovremmo anche fare una descrizione del buon elettore. Anche se io non credo che possa esistere il politico che accontenta tutti. Un amministratore deve prima di tutto avere informazioni non di parte sulle necessità della gente che deve amministrare e sulle risorse ,mentre spesso ascolta solo la parte che ha eletto e non pensa minimamente a ciò che è giusto per il bene comune ma solo alla convenienza per sé e la sua parte.Questo è il grande limite della democrazia che comunque è il miglior modello possibile. Quindi per evitare che una forma di governo diventi una dittatura strisciante gli elettori dovrebbero liberarsi dall’abitudinarieta’ politica di votare lo stesso simbolo e dare uno scossone alternando il voto quando si accorgono, come in questi frangenti, che gli attuali governanti non ascoltano le “periferie”. Non ricordo chi disse “solo gli imbecilli non cambiano mai idea” e questo motto mi segue ogni volta che sento sia necessaria cambiarla. Quindi il lavoro di informazione che sta facendo il cornigiotto va nel senso di far capire ai lettori cosa va cambiato e chi, per dare strumenti di comprensione e scelta. Ottimo lavoro. Altri invece si stanno già preparando per salire sul carro del vincitore